Caduta dei capelli prevenzione e cura
È normale che i capelli cadano, in quanto sono soggetti ad un continuo ricambio. Normalmente, il capello cade quando il follicolo ha già prodotto un nuovo capello pronto a sostituirloutti noi possiamo perdere dai 10 ai 50 capelli al giorno, ma questo fenomeno non deve essere di lunga durata: troppe persone perdono capelli e rischiano la calvizie, mentre potrebbero conservare una capigliatura sana e forte, semplicemente intervenendo in tempo. Il distacco del capello destinato a cadere è favorito dai traumi meccanici, per cui la maggior parte dei capelli cade durante la spazzolatura ed il lavaggio. Chi lava i capelli tutti i giorni conterà nel lavandino un numero inferiore di capelli di chi lava i capelli più raramente. Così come chi non si spazzola quotidianamente potrà perdere tutti i suoi capelli in riposo in occasione del lavaggio. Una caduta quotidiana di 10-20 capelli al giorno può essere considerata normale. Se il quantitativo fosse superiore, è sempre consigliabile sottoporsi ad analisi specialistica
Chirurgia dermatologica per asportazione e/o biopsia dei tumori cutanei e dei nei sospetti
La chirurgia cutanea, quando è praticata per il trattamento di un tumore della pelle, ha come primo obiettivo la eradicazione della neoplasia (asportare la massa neoplastica con un margine di tessuto sano circostante). Questo obiettivo può essere raggiunto solamente dopo aver eseguito una corretta diagnosi prima di eseguire l’intervento. Appare quindi chiara l’importanza che sia lo stesso dermatologo, e non un altro specialista, ad eseguire la diagnosi e successivamente l’intervento chirurgico. Il secondo obiettivo del dermochirurgo è quello di preservare, quanto più possibile, le strutture anatomiche “nobili” (vasi sanguigni, nervi, muscoli, strutture ghiandolari e specializzate) circostanti e sottostanti il tumore. Questo è importante soprattutto in sedi critiche come le labbra e le palpebre, dove danni alla componente muscolare e/o nervosa si riflettono in importanti alterazioni della funzione dell’organo colpito. Infine terzo obiettivo del dermochirurgo è quello di ridurre al minimo i segni dell’intervento chirurgico. Dopo la asportazione del tumore il paziente necessita infatti molto spesso di una plastica ricostruttiva per ridurre al minimo gli esiti cicatriziali dell’intervento chirurgico. La plastica ricostruttiva può essere eseguita (quasi sempre) contestualmente all’intervento di asportazione del tumore oppure successivamente in un secondo intervento. Per tale scopo è necessario che il dermochirurgo sia padrone di specifiche tecniche ricostruttive.
Crioterapia con azoto liquido, per verruche ecc.
La terapia si basa sul controllato ma repentino abbassamento della temperatura della lesione mediante azoto liquido, un gas incolore e indolore, assolutamente innocuo, presente nell’aria che respiriamo nella concentrazione dell’80% circa. Questo abbassamento della temperatura oltre la soglia di congelamento produce la distruzione selettiva delle lesioni trattate, risparmiando invece sensibilmente le cellule cutanee sane, più resistenti agli shock termici. Ne risulta la completa ma graduale e poco aggressiva guarigione della lesione; la pelle sana non traumatizzata conduce a una cicatrizzazione rispettosa delle strutture anatomiche con ottimi risultati cosmetici. Le strutture sottogiacenti vengono risparmiate integralmente.
L’azoto viene applicato allo stato liquido e fuoriesce attraverso speciali ugelli di varie dimensioni, secondo diversi schemi terapeutici e modalità:
terapia di contatto
applicazione libera semplice monodiretta
applicazione libera semplice basculante
applicazione mediante coni di raccoglimento
applicazione tipo “cryo-peeling”ecc. ecc.
Generalmente è necessaria un’unica applicazione, che può essere al bisogno ripetuta dopo 4-6 settimane, a diretta dipendenza della natura biologica, della dimensione nonché dello spessore della lesione da trattare. È così possibile ottimalizzare l’applicazione dell’azoto e adattarla a ogni tipo di lesione e localizzazione.
Le applicazioni durano pochi secondi e provocano una sensazione di bruciore, mitigata dall’anestesia dovuta all’abbassamento della temperatura. Non è necessario effettuare alcuna analisi del sangue o assumere medicamenti. Tutte le terapie medicamentose in corso non devono essere interrotte poiché non vi è nessuna interferenza con i farmaci.
Dermoscopia con videodermoscopio in epiluminescenza, per la diagnosi precoce del melanoma e altre lesioni
A fronte di un aumento della patologia cutanea tumorale e in specie del melanoma, si assiste oggi giorno al continuo fiorire di metodiche diagnostiche non invasive al fine di giungere quanto prima ad una diagnosi precoce. Le lesioni pigmentate della cute ben si prestano all'esame con tali metodiche fra le quali la dermoscopia certamente è la più interessante, sia dal punto di vista pratico per l'immediatezza e la relativa semplicità d'esecuzione, sia dal punto di vista scientifico perché consente di esaminare la disposizione del pigmento nel contesto della lesione precisandone la natura melanocitaria o non, la profondità della localizzazione, la presenza di criteri di normoplasia (benignità), displasia o di anaplasia (malignità). Una qualsiasi lesione pigmentata analizzata con questa procedura rivelerà caratteristiche morfologiche non apprezzabili ad occhio nudo. Da qui la convinzione ormai diffusa che la demoscopia costituisca un "ponte" tra la clinica e l'istologia. Si può usare un semplice dermatoscopio ( lente di ingrandimento fino a 10X con illuminazione) o, per una migliore completezza diagnostica, può essere impiegato un videodermatoscopio cioè una telecamera a colori ad elevata risoluzione, incorporata nella parte finale del manipolo. L'immagine dermoscopica viene così visualizzata sul monitor di un computer, archiviata e "letta" secondo gli obiettivi proposti, eseguendo così la cosiddetta "mappatura dei nevi". Con questa metodica si osservano le lesioni in vivo ingrandite fino a fino ad 80 volte, permettendo una analisi più approfondita della struttura della lesione.
Diatermocoagulazione
La diatermocoagulazione è impiegata per distruggere i tessuti patologici, proliferanti a causa di fenomeni infiammatori cronici o neoplasie. Particolarmente frequente è l’impiego della diatermocoagulazione nelle cerviciti, per asportare l’area di tessuto alterato che circonda l’orifizio del canale cervicale, e in numerose malattie della pelle come alcuni nevi e le verruche, oppure nel caso dei condilomi acuminati, o creste di gallo. La corrente elettrica ad alta frequenza applicata sui tessuti provoca una lesione simile ad un’ustione, che guarisce però piuttosto rapidamente, perché la stessa diatermocoagulazione provoca la perfetta sterilizzazione della ferita. La zona cauterizzata viene ricoperta da un’escara, cioè da una crosta secca formata da frammenti di tessuto morto, sotto la quale si sviluppa del tessuto perfettamente sano
Laser terapia (depilazione - vasi capillari ecc.)
I due o tre milioni di follicoli pilo-sebacei che costellano la nostra superficie cutanea hanno tutti al centro un pelo. Estremamente sottili, corti e quasi invisibili, questi peli ricoprono la pelle della donna di una sottile peluria che conferisce un aspetto vellutato. Avviene però a volte che questa peluria si infittisca, cioè il sottile peletto cresce e si ingrossa diventando un vero pelo. La presenza di peli superflui è diventata ormai una forte preoccupazione estetica. Oggi, per risolvere questo problema, si ricorre all’uso di diverse tecniche, quali rasoio, la ceretta, la depilazione meccanica o l’applicazione di creme depilatorie. Nonostante la loro sicurezza ed efficacia, questi metodi hanno in comune un limite, quello della rapida ricrescita dei peli. Tutti i follicoli piliferi hanno un’attività ciclica caratterizzata dall’alternanza di periodi di attività, durante i quali producono il pelo, e periodi di riposo. Il ciclo follicolare consta di tre fasi: anagen ( fase di crescita ), catagen ( fase di maturità ), telogen ( fase di morte ). Durante la prima fase si forma una nuova matrice del pelo che dopo aver preso contatto con la papilla sottostante si riporta nel derma in modo che il nuovo pelo sviluppandosi allontana il pelo vecchio. Durante la seconda fase il pelo cresce lungo il canale follicolare, mentre durante l’ultima fase il pelo emigra verso la superficie. I peli si distinguono in peli terminali, che possono arrivare ad una lunghezza di 50 centimetri , sono grandi e profondi ( capelli ), e peli folletto che raggiungono pochi centimetri, sono fini, non pigmentati e presenti in tutta la superficie del corpo e non si approfondiscono oltre il derma. I peli possono essere eliminati definitivamente ricorrendo a metodi che li indeboliscono progressivamente. Risulta importante specificare la differenza tra epilazione e depilazione. L’epilazione consiste nella rimozione del pelo compreso il bulbo consentendo quindi risultati più duraturi. La depilazione invece consiste nella rimozione del pelo a partire dal punto di emersione a livello della cute.
Peeling con acido glicolico ed acido tricloroacetico per trattamento rughe, macchie cutanee ed acne.
L'Acido Tricloroacetico, (TCA), è un altro dei nuovi peeling che attualmente vengono usati per ottenere un ringiovanimento della pelle. Si presenta sotto forma di cristalli da diluire in acqua distillata, formando così una soluzione chiara, incolore e inodore.
In soluzione al 10-25% viene usato per peeling superficiali, contro i primi segni di invecchiamento (rughe sottili, colorito spento), l'acne, le cheratosi superficiali, per la pulizia profonda della pelle e per chiudere i pori dilatati. Il TCA al 35-50%, invece, produce una esfoliazione molto più seria che raggiunge strati più profondi della pelle (fino al derma reticolare) e richiede di stare a casa qualche giorno; gli effetti, però, sono ottimi e la pelle risulta completamente rinnovata.
Prove allergologiche Patch-Test, Prick-Test
Patch Test: test epicutaneo più idoneo per identificare le cause di una dermatite allergica da contatto. Viene generalmente eseguito utilizzando sia una serie di allergeni standard stabilita dalla SIDAPA, Società Italiana di Dermatologia Allergologica Professionale e Ambientale, ove sono inclusi i più frequenti agenti sensibilizzanti nella popolazione generale come: metalli, coloranti, tinture per capelli, conservanti, profumi, gomme, etc., che serie specifiche.
Prick test: il test diagnostico maggiormente utilizzato nella pratica allergologica. Le ragioni di questo largo impiego si possono facilmente identificare nella elevata efficienza o accuratezza, semplicità di esecuzione e di interpretazione, scarsa invasività, ridottissimo rischio di effetti collaterali della metodica e costi modesti sia per il materiale allergenico che per la esecuzione.
Terapia infiltrativa per cheloidi, cisti, alopecia
Trattamento della couperose
Trattamento delle rughe con innesti di collagene e/o acido ialuronico, tossina botulinica
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